È tornata, maledetta psicosi.
Mi ripeto che sono solo numeri.
Ma poi la cosa mi travolge, come sempre; mi sento invasa da un senso di responsabilità cosmico, come se il destino del mondo intero dipendesse da quella volta che ho stretto la mano ad uno sconosciuto, o da quella volta che ho baciato un amico.
Sono convinta e lo sono davvero, che la mia incuranza potrebbe mettere in pericolo i parenti più fragili delle persone attorno a me e sono convinta, lo sono davvero, che sia mia premura preservarli.
Per giorni mi crogiolo nei miei pensieri che sono, da sempre, i fiammiferi di ogni mia ansia, paura e sofferenza. Non riesco a tollerare che la cosa sfugga al mio controllo, alla mia volontà, io che sono abituata a decidere sempre tutto.
Alla fine agisco, mi sottopongo a tutte le indagini del caso, avrò fatto almeno 15 tamponi negli ultimi due anni; con gli stessi soldi mi sarei potuta permettere una vacanza. Ma comunque agisco, dicevo, mi testo.
Solo dopo, a mente lucida, riesco a riflettere sull’insensatezza di tutto quel percorso mentale che la mia testa aveva abilmente costruito.
Solo oggi, a mente più o meno lucida, riesco a riflettere sulla crudeltà dei limiti che ci siamo posti ed autoimposti.
Solo adesso comprendo tutta la sofferenza che mi ha causato quella maledetta mano inquisitrice, creata dal mio cervello sotto ordine del bombardamento mediatico e quant’altro, che mi puniva per ogni mio tentativo di ricerca della normalità.
Ho avuto paura dei miei amici, dei miei parenti; ho congetturato sulla loro scarsa premura, ho fatto selezioni basate su giudizi di merito che certamente non erano di mia competenza.
Mi è stato ordinato di sfuggire agli abbracci, di evitare il contatto, a me che ho vent’anni e vivo di calore umano; mi è stato chiesto di non vedere i miei amici, a me che ho vent’anni e sono un puzzle di parti delle loro personalità e non potrei resistere un giorno senza averli vicini.
Mi hanno detto che si sarebbe trattato di un piccolo sforzo e invece hanno estirpato dalla mia vita due anni fondamentali, lasciando un buco profondo.
Scrivo “hanno”, ma non so esattamente con chi prendermela, non sono negazionista e sono convinta che il problema esista davvero. Potremmo discutere a lungo su cosa si sarebbe potuto fare di diverso e di chi siano le responsabilità, ma questa mia riflessione rischierebbe di diventare uno sproloquio su una bacheca Facebook qualsiasi e questo non è certo il mio intento.
Mi sono sentita sola, persa, annoiata, pigra, stanca. Sono diventata insicura, fragile, paranoica, terribilmente ansiosa. Io che ero la persona più determinata e sicura che conoscessi, anche troppo, perfino cocciuta.
Ho chiesto aiuto e ringrazio tutti i giorni per averlo fatto: tutto questo malessere è diventato un giardino fertile per la mia crescita; ho capito molto su di me, primo fra tutti che non devo essere per forza forte, che talvolta bisogna togliere il freno a mano e lasciarsi trascinare dal flusso delle cose, che il mondo non è un peso sulle mie spalle.
Non siamo giovani piagnucoloni che sbattono i piedi per terra perché non possono andare in discoteca; siamo giovani privati di ogni certezza (la scuola, gli amici, lo sport, la famiglia, la sicurezza di un futuro, talvolta e non è un’iperbole, persino l’aria), brancoliamo nel buio della paura ormai da troppo tempo. Cresceremo con le cicatrici.
Una risposta
Ho 46 anni e vivo anch’io ancora e per sempre di abbracci, di bisogno di visi scoperti che non è solo non avere la mascherina, ma e’ davvero non avere una maschera. Questi 2 anni ci hanno messo paura, soprattutto quegli adulti più adulti anche di me, -che per te anagraficamente rappresento “l’ adultità”- che sono quella generazione che ci ha dato il sogno della rivoluzione dei fiori, della pace e dell’amore universale, del rispetto, dell’uguaglianza e adesso…. Adesso ci toglie tutto…
Ma riprenderemo in mano i nostri amici, abbracceremo ancora i nostri vecchi, insegneramo ai ragazzi che nulla è più bello che scambiarsi energia con un bacio e con una chiacchierata fino a notte fonda…nulla vale più che lo stare insieme.
Buon 2022
Gaia