Bisogna mandarsi a fanculo – Elogio del litigio

Non so voi, ma io trovo estremamente fruttuoso litigare: escono fuori così tanti aspetti nuovi della persona che si ha di fronte. Durante la lite, i più sfrontati spesso si rivelano bestiole facili da addomesticare, mentre quelli che all’apparenza sono i più timidi si dimostrano in grado di tirare fuori coltelli affilatissimi.

Litigare, al pari di qualsiasi altra attività, è un’arte; o meglio: se esercitata e indirizzata con maestria può rivelarsi tale, ma è necessario comprenderne le varie sfaccettature, riflettere bene, entrando nel merito della questione. Si tratta di un ‘compito’ che ciascuno deve fare da sè: l’obiettivo di questo articolo sarà fornire degli spunti che possano stimolare dei ragionamenti non banali, non scontati sul tema.

Litigare, innanzitutto, è un’attività che solo due persone che si vogliono bene possono intraprendere: due persone che litigano e non si conoscono hanno ampie probabilità di diventare amiconi. Chi non ci ama ci trova indifferenti, vicerversa chi si prende la briga di punzecchiarci, di commentare i nostri gesti o le nostre parole, ci ha sicuramente preso a cuore in un modo o nell’altro.
Io ad esempio, se veramente ti voglio bene, stai certo che te ne dirò di tutti i colori, perchè non posso far a meno di esercitare una spinta propulsiva verso chi ho intorno. Sono sempre in favore del mutare, mi piace esplorare nuovi confini dell’animo, andare avanti.
Cosa c’entra questo con il litigare?
Ma caro lettore il litigio, lo scontro o l’attrito (o come lo si vuol chiamare) è l’unico strumento di conoscenza e di propulsione che esista. Nessuno si sposta da dove si trova se non viene sospinto, se un’altra forza non entrasse nel suo sistema a modificarlo. Pensate a Hegel: tesi, antitesi si scontrano per arrivare a una Sintesi, che a sua volta sarà una tesi che incontra un’antitesi e così via…
Il litigio è un’arte sacra, che ha una sua funzione specifica: quella di produrre una nuova visione, un nuovo percorso, altrimenti non resta altro che un’attività vana e uno spreco di energie. Se tendo verso di te in maniera aggressiva per spostare il tuo sguardo verso un nuovo punto di vista è perchè ti percepisco assopito. A me piace sconvolgere e mi piacciono le persone che sconvolgono, che hanno argomenti, che si mettono in gioco, che provano. E’ necessario mettersi a confronto per misurarsi e nell’atto del litigio verbale mettiamo in atto una misurazione della nostra forza intellettuale e capacità argomentativa; chi è che ha le redini, chi guida la discussione? Chi arrichisce chi? Chi padroneggia l’arte del litigare e chi la sta subendo?

Non sono un litigatore seriale, mi piace molto anche starmene per i fatti miei, ma per quanto mi metta d’impegno, non riesco ad evitarlo: è molto probabile che mandi a fanculo qualcuno almeno una volta al giorno. E lo faccio con il cuore, perchè se lo faccio ho i miei motivi e voglio discuterli con te, perchè ti reputo qualcuno che ha del valore e se ti mando a fanculo è perchè mi sembra che tu non lo stia dimostrando, o perchè stai facendo qualcosa che non capisco e vorrei capirla.
Perchè tengo a te, altrimenti non sprecherei fiato.

Uno dei segreti è non scomporsi mai. Non dobbiamo permettere agli altri di farci arrabbiare o di offenderci: per elevare il litigio a un’arte, per padroneggiarne l’essenza e divenire trasformatori di animi pigri, per essere pura forza propulsiva, è necessario controllarsi dentro. Se dimentico il senso del mio scontro, che è il volere bene all’altro, e mi lascio troppo andare, ferisco più del dovuto i suoi sentimenti, o viceversa mi sento troppo colpito dai suoi attacchi, sono destinato al disastro, a perdere completamente la sfida e non ottenere nulla, solo degli animi feriti. Saper litigare è tirare una punzecchiata accesa e poi sbollentarsi subito, serve per iniziare il confronto non per portarlo avanti. In questo bisogna essere veri e propri equilibristi del dialogo, abili scrittori che sanno quali emozioni suscitare nel lettore e quali corde toccare.

Non siate sterili, dunque, non temete di mettervi a confronto, di testare la vostra forza argomentiva, le vostre ragioni. Litigando ho scoperto alcune delle persone che più stimo al mondo.
Chi veramente apprezziamo di più sono coloro che ci fanno sudare le cose, chi ci mette di fronte alle nostre contraddizioni, chi osa disturbare i nostri occultamenti interiori. Pensateci: ogni volta che facciamo un passo avanti dobbiamo metterci in una posizione di disequilibrio per mandare avanti una gamba e poi l’altra. Lo stesso vale per qualsiasi altro “passo in avanti” nella vita: dobbiamo metterci in una posizione scomoda, diversa da quella iniziale. Il litigio non è altro che una spinta verso questo mutamento.

Caro amico, ti ringrazio perchè mi mandi a fare in culo, proprio in quel momento ho capito che posso contare su di te!

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