Gender pay gap: ma esiste davvero?

Stessa professione, stesse responsabilità, stessi orari ma buste paga diverse.

Partiamo dal principio per capirne un po di più. 

In italiano quest’espressione può essere tradotta come ‘divario retributivo di genere’ ovvero la differenza che sussiste tra la retribuzione di una donna e quella di un uomo.

Quando si parla di divario salariale tra uomo e donna risuona spesso la frase ‘Equal pay for equal work’, questo fa sembrare che le donne siano pagate di meno per svolgere lo stesso lavoro degli uomini, quindi una discriminazione per il solo fatto di appartenere al genere femminile. Non è vero, il gender pay gap comprende vari elementi; per questo motivo, molti economisti e sociologi hanno effettuato e prodotto numerose ricerche.

Gli elementi presi in considerazione sono: le differenze delle ore lavorate, le mansioni, i ruoli svolti all’interno dell’azienda, il livello di istruzione e l’esperienza lavorativa nel tempo.

Il vero divario è più profondo, la differenza retributiva è solo una piccola fetta di tutto ciò che comprende il gender pay gap, le donne in media lavorano di meno non per mancanza di voglia ma semplicemente perchè l’impiego femminile è nettamente inferiore rispetto a quello maschile.

Le donne non cercano vantaggi, sussidi ma pari opportunità, pari trattamenti e non disuguaglianze becere e palesi.

Il divario è inoltre legato a svariati fattori culturali, sociali e legali che vanno molto oltre la singola questione di un’uguale retribuzione per un uguale lavoro.

#Equalpayforequalwork

Aspetti importanti :

In italia le donne continuano a guadagnare di meno degli uomini, sono i dati a dircelo.

Secondo uno studio effettuato da #truenumbers, il reddito incassato dalle donne è in media del 24% inferiore a quello degli uomini: 14.482 euro rispetto a 19.110 euro. Il divario scende al 22% quando si tratta di lavoratori dipendenti, mentre sale al 30% nel caso di lavoratori autonomi. 

Se, invece, si analizza il titolo di studio la differenza tra uomini e donne con un livello di studio inferiore è del 40%; per le laureate scende al 28% in meno dei laureati maschi.

A livello europeo le differenze più ampie si osservano in Estonia (22,7%), in Germania (20,9%), in repubblica Ceca (20,1%), in Austria (19,6%) e Slovacchia (19,4%). Le minori differenze di reddito tra le donne e gli uomini si registrano in Romania (3%), Lussemburgo (4,6%), Belgio (6%) e in Italia (dove nel 2017 si è registrato il 5%).

Inoltre, l’Un Woman (l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere) ha affermato che le donne guadagnano in media il 23% in meno rispetto agli uomini.

Le maggiori differenze di paga oraria riguardano la professione del manager:

Nel confronto sulla paga oraria delle diverse professioni, nel 2014 le donne hanno guadagnato in media meno degli uomini nell’Unione europea in tutti i nove gruppi di professioni elencati.

Questo è accaduto in tutti gli Stati membri, con pochissime eccezioni. La professione che ha registrato le differenze più ampie nella paga oraria (23% più bassa per le donne) è quella dei manager.

Le differenze minori si sono osservate nei lavori impiegatizi (impiegati d’ufficio, segretarie) e per i lavoratori dei servizi e del commercio (entrambi inferiori dell’8%), due delle professioni con i salari più bassi.

Differenza tra lavoratore e lavoratrice

Fonti:

-Istat.it

-Quifinanza.it

-Truenumbers

#genderpaygap

#humanrights

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