In un certo senso sì, ma vediamo perché.
Purtroppo ancora oggi in Italia OGM è sinonimo di qualcosa di negativo, nonostante numerosi scienziati e ricercatori, ormai da tempo, stiano cercando di sdoganare questo termine. Ma tralasciando questo argomento ai più ostico, il vaccino ad mRNA, come quello prodotto dall’azienda farmaceutica Pfizer o da Moderna, in un certo senso modifica geneticamente le persone che lo hanno ricevuto, ma solo in maniera momentanea.
Prima di addentrarci in questa questione, è bene capire, in breve, come funzionano i vaccini contro il COVID- 19 ad mRNA (prodotti da Pfizer e da Moderna) e che differenza c’è con gli altri vaccini anti COVID- 19 che attualmente vengono somministrati alla popolazione (prodotti da J&J, AstraZeneca e il vaccino Sputnik), in modo tale da chiarire ancora meglio argomenti che attualmente rendono il dibattito pubblico in fermento e che determinano anche tanta confusione se non ben esplicitati.
Generalmente i vaccini vengono formulati facendo un inoculo con un preparato contenente l’antigene, una parte di virus, una molecola in grado di essere riconosciuta dal sistema immunitario come estranea o potenzialmente pericolosa. Il vaccino prodotto dalla Pfizer per il Covid-19 è un vaccino molto più avanzato rispetto a queste tecniche: esso introduce nel nostro organismo un RNA messaggero e non l’antigene- proteina. Da un punto di vista immunologico è come se si trattasse di uno “step precedente”: si inietta un mRNA che induce le cellule a sintetizzare la proteina Spike del virus (protuberanza all’esterno del virus che si nota al microscopio e in tutte le immagini di esso fruibili), ovvero il famoso antigene. Il nostro sistema immunitario riconosce questa proteina come diversa da sé ed induce una risposta immunitaria molto efficace. In un certo senso “istruiamo” i linfociti B di memoria (cellule del sistema immunitario deputate allo sviluppo della memoria immunitaria) a riconoscere la proteina Spike e a proteggerci da un possibile attacco da parte del virus.
È facile: dopo l’mRNA contenuto nel vaccino, la proteina Spike ed infine gli anticorpi pronti a contrastare una nuova incursione virale.
Invece, i vaccini su vettore autovirale (J&J, AstraZeneca, Sputnik) utilizzano gli adenovirus per fare arrivare all’interno delle cellule umane il frammento di DNA che contiene le istruzioni per produrre la proteina Spike, che, una volta prodotta, attiva il sistema immunitario e la produzione di anticorpi così come a seguito dell’iniezione di vaccini ad mRNA. Gli adenovirus utilizzati come trasportatori sono stati resi incapaci di replicarsi e quindi non possono diffondersi nell’organismo.
Questo principio è alla base dei vaccini antiinfluenzali che vengono somministrati ogni anno.
Ma veniamo al dunque. Perché tutto ciò ci rende momentaneamente degli OGM?
Come forse tutti noi sappiamo, almeno per sentito dire, dalle lezioni di biologia durante la scuola superiore, nelle cellule umane (ma anche batteriche o di lievito) l’mRNA è un passaggio intermedio tra il DNA e la proteina, la quale viene successivamente rilasciata dalla cellula e riconosciuta dal sistema immunitario. Tuttavia, nonostante la loro grande importanza, gli RNA sono molecole molto fragili e, anche all’interno delle nostre cellule, hanno un tempo di vita limitato. Possiamo considerarle delle molecole “usa e getta”. Nonostante durino poco, questo periodo di permanenza è sufficiente per produrre una certa quantità di proteine, necessarie all’organismo per svariate funzioni.
Per questi motivi non siamo veramente geneticamente modificati, in quanto vi è di fatto l’aggiunta di materiale genetico all’interno della cellula umana, ma l’mRNA virale contenuto nel vaccino (come anche il nostro mRNA) permane per un breve periodo di tempo.
È possibile modificare per davvero il DNA?
Sì e si parla di terapia genica, trattamento basato sul trasferimento di materiale genetico estraneo (DNA o RNA) inserito nel nucleo delle cellule di un individuo per prevenire o curare una patologia genetica, ma anche il cancro, le malattie infettive e le autoimmuni.
Il famoso e all’avanguardia editing genico con CRISPR, una scoperta tutta al femminile, per la quale Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier hanno vinto il premio Nobel per la chimica nel 2020, facilita l’inserimento del DNA all’interno di porzioni specifiche del genoma.
La ricerca in quest’ambito è in fermento negli ultimi anni, sono in corso sperimentazioni per nuove terapie anticancro e il sogno di poter curare malattie genetiche ereditarie sta diventando sempre più reale. Tuttavia questo ha portato, come per i vaccini anti COVID- 19, ad un intenso dibattito bioetico, proprio per la relativa ma significativa facilità di applicazione di tecniche che possono intervenire sui geni umani, modificarli e rendere ereditabili tali modifiche.
Ma niente allarmismi! Non è così facile modificare geneticamente in maniera permanente e trasmissibile un organismo, anche con tecniche semplici come Crispr. Quindi se stavate già pensando di diventare alti, biondi e con gli occhi azzurri, vi conviene cercare altre vie… tipo raggiungere i paesi Scandinavi; lì gli occhi scuri e i capelli mori sono i più apprezzati! 🙂