Il 25 Dicembre le truppe sovietiche invasero l’Afghanistan ed uccisero il presidente Amin, mettendo al suo posto il più moderato Karmal. I ribelli furono costretti a nascondersi sulle montagne, e l’ateismo dell’invasore sovietico contribuì alla convinzione dei dissidenti che la loro fosse una Jihad, una guerra santa. Nacquero così i Mujahideen.
Osama è il primo protagonista della nostra storia. Ecco il secondo.
Nel 1974 l’Esercito Sovietico adottò il fucile AK-74, una variante del Kalashnikov che differisce dall’AK-47 nel calibro. Nel 1977 entra in servizio una variante dell’AK- 74 denominata AKS-74U, con canna corta e calcio pieghevole, progettata per addetti ai lanciarazzi, carristi, radiofonisti, piloti (ai quali un fucile di lunghezza standard sarebbe stato d’impiccio).
Lo status leggendario dell’ AKS-74U deriva da chi lo utilizzava: per un Mujahideen era simbolo di prestigio mostrarlo ai suoi compagni, in quanto l’unico modo per ottenere un AKS-74U era abbattere un mezzo sovietico con un lanciamissili (magari fornito dagli americani).Ed allora quel fucile assume un’aura mistica, eroica, e con la diffusione del mito nascono numerosi nomignoli: Suka (prostituta) per i Russi, Krinkov/ Shrinkov per gli Afghani.Bin Laden, abile comunicatore, intuì la potenza suggestiva dell’immagine: iniziò a portare un Krinkov con sé ovunque (lo si vede molto spesso nelle foto e nelle riprese video del fondatore di Al Qaeda).
L’AKS-74U piacque a tutti. E così gli abilissimi armaioli Pashtun, insediati tra Afghanistan e Pakistan, iniziarono a fabbricare copie, di qualità variabile, del fucile.L’AKS-74U Krinkov è ancora oggi un simbolo di potere in Oriente e, nonostante si sia dimostrato inutile nei combattimenti a lunga distanza sulle montagne del Kandahar, rimane un oggetto “iconico” sia in Oriente che in Occidente.