Vento, arancione, Paesi Bassi.
No, questi non sono gli ingredienti per dare il via ad un simpatico racconto sulle tradizioni ed il folklore dell’Olanda, paese in cui vivo ormai da più di un anno. Questa è l’attualità: è la giornata di oggi, venerdì 18 febbraio 2022, o meglio di questa mattina, quando ancora l’allarme era fissato al codice arancione appunto.
Solo poche ore fa infatti, il KNMI (l’istituto reale di meteorologia olandese) ha diffuso la notizia che l’entità della tempesta Eunice supererà la soglia di controllo e la capacità di previsione della sua forza, in uno spazio di tempo ridotto alle 12 ore di preavviso. Se fino alla giornata di ieri infatti, l’allarme arancione riportava con sé il motto “be prepared”, oggi la musica è cambiata delegando parte della responsabilità attiva alla cittadinanza attraverso lo slogan “take action!”.
RED (rood) is the most serious weather warning in the Netherlands. Residents need to “take action” due to an expected severe weather condition that can create havoc, cause injury and substantially damage property and infrastructure. A red weather alert is issued within 12 hours of the expected weather condition.
www.expactifoholland.nl
(ROSSO è la più seria indicazione di pericolo in Olanda. I cittadini dovranno “attivarsi” a causa delle gravi ed inaspettate condizioni atmosferiche che potrebbero dare vita a situazioni di allarme, causare infortuni e provocare danni alle proprietà ed infrastrutture. L’allarme rosso è un problema che può essere pronosticato con non più di 12 ore di anticipo.)
Mentre scrivo, un boato proveniente dal tetto tronca il ritmo delle battute sulla tastiera.
Mentre scrivo vengo a sapere che parte del tetto dello stadio dell’ADO Den Haag, storica squadra del campionato olandese, è stato sventrato.
Mentre scrivo ricevo la notizia che tre persone hanno perso la vita ad Amsterdam poche ore fa a causa dei danni attribuiti alla forza della tempesta Eunice, mentre una donna anziana è attualmente ricoverata in gravi condizioni.
Non sono un giornalista, non ho la più pallida di come si rediga un articolo documentaristico su catastrofi naturali ed eventi atmosferici estremi, ma quel che so è che è la prima volta che neanche a casa mia mi sento al sicuro. Vivo in una casetta in un bosco, sento piccoli rumori causati dall’impatto della caduta di alcuni rami provenire dal tetto, il cellulare ha già emesso per tre volte un suono di allarme: sì, nei Paesi Bassi funziona così, in caso di emergenza, tutti i dispositivi mobili vengono attivati attraverso un suono metallico riportante le istruzioni da seguire in condizioni di emergenza come questa. Ben 167 voli aerei e tutti i treni sono stati cancellati e si stimano raffiche di vento tra i 130 ed i 140 km/h.

Richard Miles, a spokesman for the Met Office, said the storm was going to be more significant than any since one in January 1990 that killed dozens of people in England.
(The New York Times)
(Richard Miles, portavoce per il Met Office, ha riportato che la tempesta sarebbe stata la più significativa mai registrata a patire da quella del gennaio 1990, che uccise dozzine di persone in Inghilterra.)
Ci dicono di restare a casa, un’altra volta. Sembra che la soluzione ad ogni problema sia quella di rinchiudersi tra le proprie mura domestiche. Là fuori apparentemente non è più un posto sicuro. Anni di crescita e di civilizzazione per giungere ad un punto del nostro percorso evolutivo in cui il rapporto con ciò che ci circonda si riduce ad uno sguardo filtrato dalla fiducia nella sicurezza di uno strato di doppi vetri sulla realtà.
Non mi ero mai trovato in una situazione del genere e mi rendo conto che, seppure con la disponibilità di tutta la tecnologia del mondo, capace di prevedere la fascia oraria di maggior pericolo, la velocità del vento e la direzione dello stesso, mai nessuno sarà in grado di dirmi quanti alberi cadranno e quanti edifici subiranno ingenti danni, quante persone ne rimarranno ferite e quante uccise. Mai, nessuno.
Ed è in questo stato di incertezza che si annida la paura, dimenticata emozione umana che mi fa guardare al tronco mai così fragile degli alberi con ammirazione e gratitudine.