SEI CAPPELLI PER PENSARE

Il pensiero laterale e le funzioni del pensiero

Non so voi ma io sono sempre stato convinto che ci fosse qualcosa di mancante nel nostro modo pensare, nel nostro modo di approcciare alle questioni e risolvere i problemi. Non sono mai stato estremamente fiducioso nella semplicistica formula dell’ “usiamo la ragione”, quantomeno non per tutto, in alcune occasioni è un ottimo strumento per mettere ordine, ma in altre non può far altro che generare disastri, perchè alcune soluzioni le sentiamo con la “pancia”.

Ecco, è un po’ questo l’approccio dello psicologo e medico Edward De Bono apprezzato in tutto il mondo per i suoi scritti sulla creatività. La nostra mente ha diverse funzioni, ciascuna di esse analizza mettendo in luce aspetti differenti di ciò che si sta affrontando. Ciacuna funzione è un cappello, di colore diverso. Così che indossando il cappello bianco andremo ad assumere un approccio razionale, mettendo in elenco tutti i fatti oggettivi e le fonti inopinabili: dati, numeri, statistiche . Invece, con il cappello rosso tireremo fuori tutte le nostre sensazioni, intuizioni e impressioni del cuore, non verificate del tutto.
Un simile approccio permette di scomporre la questione sotto ogni punto di vista e una volta trovatoci davanti uno schema ordinato di ciò che realmente pensiamo e sentiamo, la soluzione non tarda a manifestarsi. Provare per credere!

Vi risparmio la spiegazione pedissequa di ogni cappello, anche perchè vi rovinerei il gusto di leggerlo e di immergervi in uno stile di saggistica giocoso e pieno di lampi, connessioni ed esempi tali da esprimere le complesse questioni neuronali come un semplice gioco di creatività e volontà! Si, perchè ciò che è più affascinante del metodo dei sei cappelli è il fatto che sia un metodo intenzionale, ma molto divertente.

Ci sono due cose sulle quali mi vorrei soffermare, anche rischiando di rivelarvi qualche anticipazione: il pensiero dialettico e la magia del cappello verde.

Si perchè, il punto di partenza di De Bono, o almeno così mi è sembrato di capire, è che il nostro approccio “nella scoperta della verità” è rimasto quello classico, risalente ai greci: il metodo dialettico. Nella maggioranza dei momenti decisori, ciò che ci guida a protendere verso una scelta o un’altra è quasi sempre un processo dialettico in cui varie parti portatrici di diversi punti di vista e interessi argomentano le loro motivazioni, indeboliscono quelle altrui e raggirano l’avversario nel tentativo di vincere. Ma un simile contesto raramente si permette di far emergere in maniera bilanciata tutti i punti davvero importanti, e difficilmente sia partecipanti che ascoltatori non possono far altro che essere spesso fin troppo emotivamente coinvolti. Questo, alla meno peggio. Per tanto il sistema dei sei cappelli viene in aiuto e si inserisce come una vera e propria opportunità di evoluzione intellettuale.

Per quanto riguarda il cappello verde invece, bisogna dire che è la vera chiave innovativa del sistema ideato, o forse rivelato, da De Bono. Si perchè a differenza di tutti gli altri non si limita ad ordinare o raccogliere, ma crea, si espande. La funzione del cappello verde non è quella di giungere ad un giudizio, non è un pensiero giudizio, è un pensiero “movimento”, ciò che nel libro viene definito pensiero laterale. Serve per giungere da un’idea ad un’altra, serve per fare salti temporali, spaziali, concettuali e quantici. De Bono vi dirà questo e vi dirà anche che “il pensiero laterale consiste in una commutazione degli schemi in un sistema di schematizzazione asimmetrico”. Un modo complicato per dire che con questa funzione del pensiero non dobbiamo farci troppi problemi a capire, non dobbiamo interrogarci su i suoi fondamenti tecnici, ma immergersi nelle sue dimensioni scoprendo lampi di illuminazione.

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