Incanto

Si parla di amori vissuti, reali, ma chi raccontò di ciò che mai successe, del non detto, del non vissuto? Chi mai scrisse dell’intangibile, dell’impercettibile diafanizzazione dei cuori? Ma forse, questa reiterata occultazione vuol soltanto preservare la bellezza di ciò che così puro e fragile cadrebbe istantaneamente preda della contaminazione.
Le elaborate melodie dei merli, talvolta, tentano una pallida narrazione; una sequenza di note atta ad intrecciare discorsi senza radici, senza una genesi realistica. Ma un giorno, dai boschi, un’eco vera.
Parlava di noi.
Mi avvolse in un intimo abbraccio palpitante e mi condusse ancora in quel luogo inviolabile, nell’harem dove sopravvive il meglio di noi, tutto l’ignoto. L’invito ad entrare mi esplose nel cuore, sbocciando in petali di rime sussurrate ma esatte. Soffici, calde, vellutate le frasi incantate che presero a danzare nei riccioli del fumo degli incensi. Qui esiste l’amore. E così capii che si scrive soltanto dell’amore che non si prova, che il cuore non può essere ridotto ad inchiostro. Che la poesia è vanità, superbia, egoismo perché costringe l’emozione a parola, in nome di un’estetica umana e di un individualismo prorompente che pretende di possedere l’infinita bellezza.
Ma non si può far altro che scrivere, alla fine. Perché siamo uomini e abbiamo bisogno di curarci e l’arte sana le piaghe e ci permette di sentirci padroni, come io mi sento padrona di questo luogo. Posso ricordare le domeniche di discorsi interrotti, i sospiri soffocati, i desideri violentati dall’impossibilità di realizzazione, ma anche gli occhi, i tuoi, di giustizia e verità. I tuoi occhi che rievocano la delicatezza del selvaggio, la dimora invernale del mio cuore. Che poi, amarti è come un combattimento. Perché il nostro amore si consuma in questo ricordo e non giunge in superficie e mai si esaudisce. Per raggiungere la tua bocca mi spingo lungo una tratta inesplorata, eppure così accuratamente conosciuta. Ora però, appartiene ad una mappa che non posseggo più.
Ti lascio qui, dove tutto è perfetto, dove la solitudine ricorderà sempre del nostro amore mai nato, perché ci sono storie che vivono senza le parole.
Qui esiste l’amore, nel nostro harem inespugnabile. Ma fuori le giornate si accorciano e non c’è tempo per i nostri racconti.
L’eco svanisce e tu con lei.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post correlati

Come sabbie mobili

Chiudi gli occhi, immagina per un secondo di vivere in un abbandonato quartiere di periferia, uno di quei posti dimenticati dal mondo, uno di quei

© All rights reserved PAROLAPERTA 2023