La domenica sera è quel momento in cui tutti i sentimenti negativi che durante la settimana, immerso tra i mille impegni hai (in)consciamente represso, vengono a galla. E tu, in fondo, già lo sai. O almeno, io già lo so.
È da quando ero piccolo, infatti, che non riesco a vivere con serenità la domenica, il giorno che teoricamente dovrebbe essere il più bello tra i sette. Per i cristiani è il giorno dedicato al culto, per i lavoratori è il giorno del riposo, per gli appassionati di Formula 1 è il giorno della gara, per le nonne è il giorno da dedicare alla cucina e alla famiglia. Per me, che sono consapevole di ciò che mi aspetta la sera, è un giorno di merda.
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, è già domenica.
Non vorrai mica metterti a letto e addormentarti tranquillamente? Non vorrai mica finire la settimana senza aver fatto i conti con i tuoi sensi di colpa? Stai certo che neanche questa volta la passerai liscia: loro, puntuali come un orologio svizzero, saranno lì a presentarti il conto. E non faranno sconti.
La domenica sera è il momento della settimana in cui emergono i rimpianti, l’amarezza, il senso di solitudine, di disorientamento. Sensazioni che arrivano tutte insieme; tu le aspetti ma non sai come reagire, non sai come difenderti. Ti mettono all’angolo e ti colpiscono sbattendoti in faccia la realtà.
La settimana è finita. Hai vissuto cinque giorni aspettando l’effimera felicità degli ultimi due. E quei due sono già terminati. I sensi di colpa ti divorano e ti portano a riflettere: forse avresti dovuto goderti di più il weekend, o forse questa settimana avresti potuto fare di più per meritarti il riposo. E quindi forse avresti dovuto studiare di più, lavorare di più. E immediatamente vieni risucchiato in un flusso di pensieri introspettivi e interrogativi esistenziali, ai quali – naturalmente – non sai dare una risposta.
Intanto domani ricomincerà la settimana e con lei gli impegni, e ricomincerà il conto alla rovescia fino al weekend. E in quel weekend ti potrai divertire quanto vuoi: potrai andare a ballare, fare il giro del mondo, scalare le montagne, sposarti. Tanto la domenica sera ti lascerà comunque un insopportabile amaro in bocca. D’altronde, non è un caso se Giacomo Leopardi – non proprio uno degli ultimi stronzi – ha identificato nel sabato il giorno della speranza di un futuro migliore (la domenica), che alla fine non porterà ad altro che a delle delusioni. E se lo dice anche Leopardi, mi adeguo. E forse il fine di questo mio lamentarmi è solo quello di avere uno strumento che mi permetta di intercettare l’empatia di qualcuno che, come me, la domenica sera si sente uno schifo. Se siamo in tanti, se questo è un sentimento diffuso, forse, non facciamo poi così schifo.
Provo a distrarmi, ad addormentarmi il più velocemente possibile e accorciare i tempi di questo immeritato supplizio.
Finalmente arriva il lunedì mattina, e avrò già dimenticato i mille interrogativi che fino a qualche ora prima mi logoravano.
Non vedo l’ora che arrivi il weekend.