Margherita, sfiorirò.

Margherita, sfiorirò.
Succede sempre, non lo controllo.
Non so quando, non so so perché.
Ma sfiorirò, è fisiologico.

Mi sveglierò un mattino e avrò paura.
Di me, di te, di quello che verrà.
Avrò paura della mia paura, del mio, del tuo e del nostro amore.
Ti guarderò negli occhi e ti vedrò indifesa, inerme. Vulnerabile, davanti al mio infinito correre e rincorrere.
Perché a me l’oggi spaventa e tu ne sei innamorata.

Margherita, io scappo da tutto.
Scappo dall’oggi, da te, da me stesso.
Margherita, io sono figlio del buio e bramo la luce.
Tu sei luce e il mio buio ti sporca.
Margherita non lo sai, ma pecchi di ubris.
Perché la vita prova costantemente a macchiarti di dolore.
Ma tu sei ostinata e resti lì, coi tuoi petali bianchi e il tuo amore per tutto ciò che non sei tu.
Il buio ti ha sporcato troppe volte e non è giusto che lo faccia anche il mio.

Margherita, ti ho amato dalla prima lacrima che mi hai regalato fino all’ultimo sorriso che io ho strappato a te.
Però io non so amare e non so farmi dare amore.
La cosa mi spaventa e infatti scappo.
Corro via dal peso dello sceglierti e dello scegliermi.

Lo faccio sempre.

Tu mi chiedi di fermarmi, ma non posso, non riesco.
Correrò, fino a sfiorire.
Perché non sono sicuro che il bene mi competa, e tu mi fai stare bene.
Mi fai stare bene quando mi fai abbassare le armi durante la mia infinita guerra contro tutto ciò che vivo.
Quando mi fai sentire un ragazzino e mi obblighi a rinunciare al peso del mio essere cresciuto troppo in fretta.
Quando mi gridi contro che non devo reprimere il mio male, e mi ripeti che tu sei lì per ascoltarlo.
Se ti amo, Margherita, è perché mi curi.
Ma non so dirti se per questa cura sono pronto.

Mi chiedo perché certi fiori debbano necessariamente annegare nel mare del tempo.
Perché, Margherita, sfioriremo.
Il tempo non sarà galantuomo e sfioriremo come sfioriscono tutte le cose.
Io sfiorirò perché avrò paura di macchiarti col mio buio.
Tu sfiorirai perché il mio buio non riuscirai mai a vederlo davvero.
Sfioriremo senza accorgercene e ce lo faremo anche andare bene.
Tu penserai che tanto io non sto bene in nessun posto, e che scappare è nella mia natura. Ti ripeterai che l’hai sempre saputo e avrai il coraggio di lasciarmi andare.
Io ti chiederò di volerti bene, di rispettare il tuo essere luce.
Di allontanarti dal male di cui ti circondi, convinta di poterlo illuminare.
Di vivere solo di quella luce che possiedi più di chiunque altro.
Io vorrei poterlo fare, ma te l’ho detto, scappo da ciò che mi cura.

Margherita, sfiorirò, ma tu non farlo mai.
Sei l’ultimo baluardo di una luce rara.
Prenditene cura.

Margherita, scappo nella notte.
Mi ci perdo.
Tornerò.

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