Matilde Serao

Non posso che annunciare al lettore che l’articolo è nato con le migliori premesse. Infatti, il 7 marzo è il giorno di nascita di un illustre e pittoresco personaggio del panorama letterario italiano e internazionale, abbiamo dunque approfittato della giornata delle donne per raccontarla, essendo oltretutto poco nota all’opinione pubblica.La scelta non è dovuta unicamente ad affinità nel calendario. Matilde Serao, candidata più volte al premio Nobel per la letteratura e  prima donna italiana a fondare e dirigere un quotidiano, ha un avuto una vita singolare e vivace anche se caratterizzata talvolta da periodi molto bui. Passa l’infanzia a Pentaroli, un villaggio talmente piccolo da non essere riportato sulla cartina geografica

«Ventaroli è anche meno di un villaggio né voi lo troverete nella carta geografica: è un piccolo borgo nella collina più vicino a Sparanise che a Gaeta. Vi sono duecentocinquantasei anime, tre case di signori, una chiesa tutta bianca ed un cimitero tutto verde; “vi è un gobbo idiota, una vecchia pazza e un eremita in una cappelluccia”.» Matilde Serao, articolo pubblicato postumo il 24 giugno 1956 su “Il Mattino”


Non ostante la famiglia avesse a cuore l’educazione della famiglia ella all’età di 8 anni non sapeva ancora leggere e scrivere. Il primo rapporto con la scuola lo ha a 15 anni,quando si presenta in qualità di semplice uditrice alla scuola Normale Fonseca di Napoli. In poco tempo ottenne il diploma da maestra e viste le difficoltà economiche della famiglia trovo un lavoro stabile come telegrafa. In questo periodo inizia la sua carriera giornalistica collaborando da prima con il Giornale di Napoli e i Corriere del Mattino poi, una volta trasferitasi a Roma, per il periodico Fracassa. Membra attiva nei salotti dell’epoca, fu una figura discussa e chiacchierata. La sua figura di donna indipendente stupiva e riscuoteva ammirazione. Per aiutare il lettore a contestualizzare  e avere un immagine più chiara, facciamo presente che la Serao visse a stretto contatto con D’Annunzio, Giosuè Carducci, i quali furono penne illustri dei suoi giornali. La sua letteratura viene presa commentata e presa in analisi da molti, tra i quali Benedetto Croce. La Serao non era affatto una bella donna, Un strano fatto accadutogli merita di essere preso in considerazione, il suo primo marito nonché socio, Edoardo Scarfoglio, ebbe una figlia dalla cantante Gabrielle Bessard ma non volle riconoscerla. La Bessard, in risposta, si presentò dinanzi a casa Scarfoglio e, dopo aver lasciato la piccola figlioletta nata dalla loro unione, si sparò sull’uscio un colpo di pistola. Lasciò un biglietto a Edoardo Scarfoglio: “Perdonami se vengo a uccidermi sulla tua porta come un cane fedele. Ti amo sempre”. Certe incredibili storie fanno rimanere sempre un po’ spiazzati e riflettere sulla drammatizzazione della vita degli artisti.  Si può dire che scrisse fino alla fine dei suoi giorni, colpita di infarto morì tra inchiostro, carta e penne.


“Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo esser altro che un fedele, umile cronista della mia memoria.” Matilde Serao


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