Surreale ma bello

Persi nella nostra mente, nei meandri più nascosti e più intimi finiamo sempre col fare lo stesso stupidissimo errore: idealizzare.

La supposta eccezionalità di una persona immaginata finisce per rompere i nostri perfetti schemi mentali. Idealizzare una persona equivale ad odiarla, togliere l’umanità, è amare ciò che immaginiamo, una figura, un sogno. Invenzione mentale che mai combacia con la realtà, finiamo per sentirci morti perchè la prima ad essere morta è la persona idealizzata nella nostra mente che trasportata nella realtà non viene riconosciuta, mai. 

Il nostro film che si proietta nella realtà è senza immagini e senza colori, perchè ad un tratto ci svegliamo e ci rendiamo conto di quanto era tutto frutto dell’immaginazione e dell’intelletto. 

Quella nuova dimensione, quel nuovo punto di vista ci fa scivolare giù in un baratro e ci rende tristi come non lo siamo mai stati, perchè idealizzare le persone fora l’anima e ce ne rendiamo conto quando ci troviamo sul precipizio delle nostre invenzioni mentali.

Come Renè Magritte che, con la sua arte creava situazioni impossibili ma allo stesso tempo reali. Il pittore ricomponeva le incongruenze di un mondo parallelo, scomposto e ricomposto a suo piacimento. Le sue immagini spiazzano, rompono gli equilibri, la logica comune, sono contraddittorie ma allo stesso tempo lo spettatore non riesce a non guardarle, rimane fermo perchè vuole comprendere. 

Ma, nel caso dell’arte, tutto ciò è verosimilmente comprensibile in quanto l’arte non è la vita, è solo una sua rappresentazione.

Di solito, chi non riesce ad apprezzare ciò che ha, prova ad idealizzare ciò che non ha perchè non riesce a trovare gratitudine e pace; è disposta a rinunciare a tutto per ottenere l oggetto desiderato. Questa rinuncia di cui parlo è meramente immaginaria poichè in realtà non ci priviamo di niente se non di noi stessi, della nostra vita e della realtà che ci circonda per davvero; ma preferiamo chiuderci e vivere in un mondo tutto nostro, onirico. 

Figli di un’era che ci porta a sbagliare per esorcizzare la bassezza e il vuoto che ci circonda, saremo, come il pittore belga, eterni sognatori in cerca di qualcosa di bello, seppur fittizio.

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